Le candidate a questo tipo di intervento sono donne che presentano un seno di dimensioni eccessive, ptosico o cadente a causa del peso del tessuto ghiandolare, con conseguenti disturbi della statica e dinamica vertebrale, come il dolore alla colonna vertebrale, e irritazioni cutanee soprattutto nei solchi sottomammari. Questo condiziona pesantemente la qualità della vita sociale e personale delle pazienti con tale quadro clinico.
L’obiettivo della mastoplastica riduttiva è ottenere un profilo più armonioso con il corpo della paziente mediante la riduzione chirurgica del tessuto adiposo-glandolare in eccesso e la rimozione della pelle in eccesso, con conseguente ridimensionamento del complesso areola-capezzolo.
Data la complessità della procedura chirurgica, è essenziale che l’intervento venga eseguito da un Chirurgo Plastico qualificato ed esperto, capace di selezionare la tecnica più adatta per ogni singolo caso e gestire eventuali complicanze come sieromi, ematomi e cicatrizzazione anomala.
La mastoplastica riduttiva, più di altri interventi chirurgici, può lasciare esiti cicatriziali significativi, il cui trattamento tempestivo è fondamentale non solo per scopi estetici ma anche funzionali: una cicatrice ispessita e infiammata non è solo antiestetica ma può anche causare dolore.
Durante il consulto specialistico, la paziente sarà sottoposta a tutti gli esami ematici e alle procedure diagnostiche necessarie, nonché a una valutazione anestesiologica per determinare la sua idoneità all’intervento chirurgico. È consigliabile che la paziente fornisca al chirurgo operatorio un certificato senologico/ginecologico accompagnato da un’ecografia mammaria che documenti lo stato del tessuto ghiandolare mammario e la possibile presenza di neoformazioni sospette.
È importante sospendere l’assunzione di farmaci contenenti acido acetilsalicilico e FANS nei giorni precedenti all’intervento, per ridurre il rischio di sanguinamento intra e post-operatorio. Per le pazienti fumatrici, è consigliata l’astensione dal fumo per almeno un mese prima e quindici giorni dopo l’intervento, per favorire una migliore guarigione delle ferite chirurgiche.
Durante la visita preoperatoria, è cruciale discutere con la paziente il suo desiderio di future gravidanze e di allattamento materno, facendo presente la possibilità che l’allattamento potrebbe essere compromesso a seguito della resezione chirurgica dei dotti galattofori.
Durante la visita specialistica, ogni aspetto sarà trattato approfonditamente con la paziente, fornendole tutte le informazioni necessarie in modo dettagliato.
L’intervento chirurgico viene eseguito esclusivamente in anestesia generale.
La scelta della tecnica chirurgica tiene conto non solo delle preferenze della paziente, ma anche dell’armonia estetica che si raggiunge rispettando le proporzioni del suo profilo corporeo. Vengono valutati il volume di tessuto in eccesso da rimuovere, la forma del seno e del complesso areola-capezzolo, nonché la minimizzazione delle cicatrici.
Le incisioni prevedono cicatrici a forma di “T invertita o ad ancora”, che circondano l’intera areola con il margine inferiore unito a un’incisione verticale che si estende lungo il solco sottomammario. Dopo la rimozione del tessuto cutaneo e del parenchima adiposo-glandolare in eccesso, può essere eseguita anche una lipoaspirazione dei quadranti esterni del seno e/o della regione ascellare per migliorare ulteriormente la forma del nuovo seno.
Al termine dell’intervento vengono posizionati due drenaggi (uno per ciascun lato) per la raccolta dei fluidi, mantenuti in sede per 24-72 ore. Successivamente viene applicata una medicazione modellante con relativo bendaggio, che viene mantenuto per le successive 48 ore. In seguito, la paziente indossa un reggiseno contenitivo appositamente misurato per favorire il recupero post-operatorio.
Il reggiseno deve essere indossato 24 ore al giorno nei primi 30 giorni, e poi solo di giorno nel mese successivo, se la paziente preferisce dormire senza. Le attività quotidiane normali (sociali e lavorative) possono essere riprese circa una settimana dopo l’intervento, mentre è consigliabile aspettare circa un mese per riprendere attività sportive leggere.
È importante evitare l’esposizione diretta delle cicatrici al sole per almeno 6 mesi, utilizzando sempre una crema solare con alto fattore di protezione da rinnovare ogni 2-3 ore. Il nuovo seno può presentare temporaneamente aree di insensibilità cutanea, compreso il complesso areola-capezzolo, che tendono a migliorare entro 6-8 mesi.
Le cicatrici rimanenti di solito sono esteticamente accettabili; tuttavia, in alcuni casi, possono diventare più spesse (ipertrofiche) o tendere a espandersi (diastasi cicatriziale) a seconda del tipo di cicatrizzazione della paziente. In questi casi, potrebbero essere necessarie piccole correzioni chirurgiche in anestesia locale o l’uso di gel al silicone per ridurre la crescita eccessiva del tessuto cicatriziale.
Occasionalmente, soprattutto nelle pazienti fumatrici, la cicatrizzazione può essere più lenta e problematica, richiedendo alcune medicazioni aggiuntive (circa 3-4) per favorire il corretto processo di guarigione delle ferite.
È fondamentale che qualsiasi complicanza, sia essa di piccola o grande entità, venga gestita con competenza e professionalità dal chirurgo curante, il quale affronterà ogni inconveniente derivante dal rischio intrinseco di ogni procedura chirurgica con attenzione e dedizione.
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